martedì 1 gennaio 2013

Primo post del nuovo anno

Un altro anno è passato.
C'è chi userebbe il termine "appena trascorso", ma la verità è che sono trascorsi 365 giorni da quando la frase è stata detta l'ultima volta.
La notte di San Silvestro non ha mai rappresentato granché per me.
Quando si è piccoli non la si apprezza assolutamente, soprattutto perché è totalmente offuscata dalla tristezza delle feste natalizie e surclassata dalla bramosia di dolci che accompagna le settimane fino alla "festa della Befana". Quando si è adolescenti si vorrebbe passare l'intera nottata a fare casino e a correre fuori con gli amici, ignorando il fatto che non è assolutamente una cosa sicura, o intelligente.
Quando si è più grandi, ma non completamente "adulti", si finisce sempre più spesso col far parte di quella cerchia di persone che rendono la notte di Capodanno una notte ancora più "non sicura" per i ragazzini armati di petardi.
Io faccio parte di quell'esercito silenzioso di persone che preferiscono passare il Capodanno in tranquillità. Da che mi ricordi, i miei Capodanni sono trascorsi in casa, con amici fidati e tra semplici risate.
Ultimamente sono state organizzate cene, con annesse più o meno diverse quantità di alcool.
Ma non è mai stata una serata che io abbia sentito particolarmente.
Sono convinta che sia un pretesto, per chi non esce durante l'anno, per folleggiare incessantemente e senza sentirsi obbligato a rispettare alcuna regola, civile, etica o sociale che sia.
Ieri ho passato una piacevole serata. Tranquilla, senza pretese, una cena in piedi con persone che ho conosciuto proprio ieri sera e che si sono dimostrate carinissime e gentilissime.
Siamo arrivati alla mezzanotte senza quasi rendercene conto, contando i minuti quando ormai ne mancavano solo 6 (o 5, o 1, gli orologi erano discordanti, e i fuochi d'artificio fuori dalla finestra appannata non ci hanno aiutati a  chiarirci le idee). E poi piano piano, pulendo il tavolo, rassettando la stanza e piluccando quadratini di cioccolata alle nocciole, fondente e al latte, abbiamo fatto le 03 di notte.
L'aria era gelida, i vetri sempre appannati, e l'aroma di caffè (o di peli di pollo bruciati, frutto della prima moka preparata) impregnava la stanza.
Poi ci siamo incamminate. Io e altre due persone.
E l'altro volto di Capodanno si è palesato in tutto il suo maleodorante e chiassoso "entusiasmo". 
I vetri rotti, i boati dei petardi, l'odore di zolfo, di alcool stagnante e di "animale-umano" mi hanno saturato le narici e la mente.
E la città ha mostrato il suo discutibile alter-ego.