L'estate è destabilizzante.. gente che parte per chissà quanto, che se ne va; gente che torna a casa propria perché vive lontana; gente che prende e viaggia a destra e a sinistra, senza arte né parte, giusto per il gusto di farlo.. Il punto è che se si analizzassero singolarmente sarebbero sicuramente situazioni ideali e piacevoli, però considerandole nell'ottica specifica di una persona che rimane (non per scelta ma per "destino" magari) ecco che tutte queste partenze, tutta questa "estate" assume un significato ben più spaventoso.
Partiamo dal presupposto che odio l'estate...troppo caldo, troppa afa, la sabbia è fastidiosa, fuori o dentro il costume che sia, il sale sulla pelle irrita e a parte provocarmi l'irresistibile impulso di leccarmi ogni 5 secondi non produce niente di buono, troppa calca, troppa gente che non si sa gestire e troppa poca gente interessante da incontrare..
Alla compagnia dei bagnanti preferisco sempre quella di un qualche personaggio letterario.
L'inverno è così docile, così familiare, così aggregante e tendenzialmente rassicurante.
Sì, c'è gente che parte anche d'inverno: settimane bianche, vacanze, periodi di stacco vari ed eventuali...nulla da eccepire... però l'inverno mi da la sensazione di una coperta di lana color bianco avorio...una coltre calda e avvolgente, che riesce a mantenere (almeno) i cuori di chi si ama vicini...anche se le persone si allontanano per un po'... l'inverno mi dà la certezza che chi se ne va poi finisce col tornare.. realizza il mio ideale di casa..
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