Può un oggetto apparentemente insignificante (e diciamocelo, anche non molto bello) racchiudere dentro di sé ricordi intensi, piacevoli e detestabili insieme?
Oggi rovistavo nella mia borsa, stavo cercando di fare un po' di ordine là dove di ordine non è possibile crearne.. e mi accorgo che non c'è... era sempre stata lì, dove l'avevo messa, assieme alle altre due che sposto meccanicamente di borsa in borsa...
Una penna...
Una penna orrida, in realtà; brutta, di plastica, con su scritto, su un fianco, il nome di un'azienda.
Una penna che non dovrebbe scatenare alcun tipo di sentimento...non è un'azienda alla quale sono legata affettivamente, non contiene indirizzi utili, o numeri di telefono. è solo una penna di plastica blu.
Eppure per un attimo, quando mi sono accorta di averla persa, mi sono sentita persa anche io.
Me l'ha data una persona che non è più parte della mia vita (lo è mai stata veramente?). Però mi piacevo quando lui "esisteva", quando me la consegnò. Non fu un regalo, un gesto d'affetto; fu solo uno scherzo, una sciocchezza mentre finivamo di lavorare. Però la penna l'ho tenuta.
Fino ad oggi pensavo di averla tenuta perché me l'aveva data lui, perché era lui che io volevo ricordare. Ma la verità è che stavo cercando di ricordare la me stessa di quel periodo. E quando oggi non l'ho trovata, la brutta penna blu di plastica, è stato come accorgersi che la me stessa di allora non c'è più, che sto cambiando in peggio senza sapere come fermarmi.
mercoledì 13 febbraio 2013
martedì 1 gennaio 2013
Primo post del nuovo anno
Un altro anno è passato.
C'è chi userebbe il termine "appena trascorso", ma la verità è che sono trascorsi 365 giorni da quando la frase è stata detta l'ultima volta.
La notte di San Silvestro non ha mai rappresentato granché per me.
C'è chi userebbe il termine "appena trascorso", ma la verità è che sono trascorsi 365 giorni da quando la frase è stata detta l'ultima volta.
La notte di San Silvestro non ha mai rappresentato granché per me.
Quando si è piccoli non la si apprezza assolutamente, soprattutto perché è totalmente offuscata dalla tristezza delle feste natalizie e surclassata dalla bramosia di dolci che accompagna le settimane fino alla "festa della Befana". Quando si è adolescenti si vorrebbe passare l'intera nottata a fare casino e a correre fuori con gli amici, ignorando il fatto che non è assolutamente una cosa sicura, o intelligente.
Quando si è più grandi, ma non completamente "adulti", si finisce sempre più spesso col far parte di quella cerchia di persone che rendono la notte di Capodanno una notte ancora più "non sicura" per i ragazzini armati di petardi.
Io faccio parte di quell'esercito silenzioso di persone che preferiscono passare il Capodanno in tranquillità. Da che mi ricordi, i miei Capodanni sono trascorsi in casa, con amici fidati e tra semplici risate.
Ultimamente sono state organizzate cene, con annesse più o meno diverse quantità di alcool.
Ma non è mai stata una serata che io abbia sentito particolarmente.
Sono convinta che sia un pretesto, per chi non esce durante l'anno, per folleggiare incessantemente e senza sentirsi obbligato a rispettare alcuna regola, civile, etica o sociale che sia.
Ma non è mai stata una serata che io abbia sentito particolarmente.
Sono convinta che sia un pretesto, per chi non esce durante l'anno, per folleggiare incessantemente e senza sentirsi obbligato a rispettare alcuna regola, civile, etica o sociale che sia.
Ieri ho passato una piacevole serata. Tranquilla, senza pretese, una cena in piedi con persone che ho conosciuto proprio ieri sera e che si sono dimostrate carinissime e gentilissime.
Siamo arrivati alla mezzanotte senza quasi rendercene conto, contando i minuti quando ormai ne mancavano solo 6 (o 5, o 1, gli orologi erano discordanti, e i fuochi d'artificio fuori dalla finestra appannata non ci hanno aiutati a chiarirci le idee). E poi piano piano, pulendo il tavolo, rassettando la stanza e piluccando quadratini di cioccolata alle nocciole, fondente e al latte, abbiamo fatto le 03 di notte.
L'aria era gelida, i vetri sempre appannati, e l'aroma di caffè (o di peli di pollo bruciati, frutto della prima moka preparata) impregnava la stanza.
Siamo arrivati alla mezzanotte senza quasi rendercene conto, contando i minuti quando ormai ne mancavano solo 6 (o 5, o 1, gli orologi erano discordanti, e i fuochi d'artificio fuori dalla finestra appannata non ci hanno aiutati a chiarirci le idee). E poi piano piano, pulendo il tavolo, rassettando la stanza e piluccando quadratini di cioccolata alle nocciole, fondente e al latte, abbiamo fatto le 03 di notte.
L'aria era gelida, i vetri sempre appannati, e l'aroma di caffè (o di peli di pollo bruciati, frutto della prima moka preparata) impregnava la stanza.
Poi ci siamo incamminate. Io e altre due persone.
E l'altro volto di Capodanno si è palesato in tutto il suo maleodorante e chiassoso "entusiasmo".
E l'altro volto di Capodanno si è palesato in tutto il suo maleodorante e chiassoso "entusiasmo".
I vetri rotti, i boati dei petardi, l'odore di zolfo, di alcool stagnante e di "animale-umano" mi hanno saturato le narici e la mente.
E la città ha mostrato il suo discutibile alter-ego.
E la città ha mostrato il suo discutibile alter-ego.
giovedì 13 dicembre 2012
...
In certi momenti vorresti solo chiudere gli occhi, riaprirli e scoprire che è stato tutto un brutto sogno.
Mi è capitato diverse volte, l'ultima pochi secondi fa.
Stavo pensando ai propositi per l'anno nuovo, sapete quelle promesse vane e spesso assurde che si fanno poco prima della notte di Capodanno? Quelle affermazioni come "inizierò una dieta" o "smetterò di fumare", quei propositi che già dopo la sbronza del 01 Gennaio verranno accantonati nel cassetto, smarriti tra i sogni da bambini e la polvere accumulatasi.
Mentre pensavo a tutto questo ho inevitabilmente ripensato al mio 2012.
Il mio primo pensiero è stato totalmente contaminato dal periodo non molto lieto che sto vivendo. Ho pensato "wow, che schifo di 2012, non vedo l'ora sia il 2013".
Po ripensandoci mi sono resa conto che il mio inizio 2012 non è stato tanto male.. all'apparenza ho vissuto una vita quasi invidiabile. Bella casa, bella relazione, laureata in tempo, 2 viaggi. Poi qualcosa si è incrinato. La crepa c'era già, chissà da quanto, e non ha fatto che espandersi silenziosa nei mesi finché ad un certo punto, la struttura ha ceduto. E ovviamente quando succede qualcosa di destabilizzante nella propria vita, scatena una reazione a domino, per cui alla prima ne segue una seconda e una terza.
Quindi per un secondo ho chiuso gli occhi, pesti e doloranti per le 3 ore di sonno scarso che ho fatto la notte scorsa, e quando li ho riaperti ho sperato di essere tornata all'inizio del 2012. Quando la mia vita aveva un'apparenza quasi invidiabile. Quando certe cose avevano un senso, e quando altre che non ne avevano non mi preoccupavano affatto.
Mi è capitato diverse volte, l'ultima pochi secondi fa.
Stavo pensando ai propositi per l'anno nuovo, sapete quelle promesse vane e spesso assurde che si fanno poco prima della notte di Capodanno? Quelle affermazioni come "inizierò una dieta" o "smetterò di fumare", quei propositi che già dopo la sbronza del 01 Gennaio verranno accantonati nel cassetto, smarriti tra i sogni da bambini e la polvere accumulatasi.
Mentre pensavo a tutto questo ho inevitabilmente ripensato al mio 2012.
Il mio primo pensiero è stato totalmente contaminato dal periodo non molto lieto che sto vivendo. Ho pensato "wow, che schifo di 2012, non vedo l'ora sia il 2013".
Po ripensandoci mi sono resa conto che il mio inizio 2012 non è stato tanto male.. all'apparenza ho vissuto una vita quasi invidiabile. Bella casa, bella relazione, laureata in tempo, 2 viaggi. Poi qualcosa si è incrinato. La crepa c'era già, chissà da quanto, e non ha fatto che espandersi silenziosa nei mesi finché ad un certo punto, la struttura ha ceduto. E ovviamente quando succede qualcosa di destabilizzante nella propria vita, scatena una reazione a domino, per cui alla prima ne segue una seconda e una terza.
Quindi per un secondo ho chiuso gli occhi, pesti e doloranti per le 3 ore di sonno scarso che ho fatto la notte scorsa, e quando li ho riaperti ho sperato di essere tornata all'inizio del 2012. Quando la mia vita aveva un'apparenza quasi invidiabile. Quando certe cose avevano un senso, e quando altre che non ne avevano non mi preoccupavano affatto.
venerdì 30 novembre 2012
Tutti noi facciamo sciocchezze...
C'è chi ne commette tante, troppe, e chi non ne commette mai..
o semplicemente è molto bravo a nasconderlo..
Credo sia normale sbagliare, e credo sia normale farlo a tutte le età...
Ma a 23 anni ogni sbaglio sembra tramutarsi in un macigno con una catena attaccata alla tua caviglia...ed ogni giorno della tua vita accumuli uno o più macigni fino a che non riesci più a camminare, ad andare avanti, perché il peso immane di quei macigni te lo impedisce..
La cosa più umiliante è il fatidico "mattino dopo"...dopo ogni sbaglio c'è un "mattino dopo"...
Il momento in cui, sdraiata a letto, cominci ad aprire gli occhi e il cervello comincia ad ingranare il ricordo dello sbaglio commesso appare come un flash subdolo e meschino... e continui a riviverlo e a riviverlo nella tua mente...e poi sei goffa, impacciata, pensierosa....ti vergogni e ti prenderesti a pugni o a manate o a testate...
Prima o poi te ne scorderai e passerai oltre ma quei momenti in cui gli sbagli ti tornano alla mente sono devastanti...perché non c'è niente che si possa fare per diminuire quel senso di inadeguatezza che segue il momento in cui si sbaglia...
C'è chi ne commette tante, troppe, e chi non ne commette mai..
o semplicemente è molto bravo a nasconderlo..
Credo sia normale sbagliare, e credo sia normale farlo a tutte le età...
Ma a 23 anni ogni sbaglio sembra tramutarsi in un macigno con una catena attaccata alla tua caviglia...ed ogni giorno della tua vita accumuli uno o più macigni fino a che non riesci più a camminare, ad andare avanti, perché il peso immane di quei macigni te lo impedisce..
La cosa più umiliante è il fatidico "mattino dopo"...dopo ogni sbaglio c'è un "mattino dopo"...
Il momento in cui, sdraiata a letto, cominci ad aprire gli occhi e il cervello comincia ad ingranare il ricordo dello sbaglio commesso appare come un flash subdolo e meschino... e continui a riviverlo e a riviverlo nella tua mente...e poi sei goffa, impacciata, pensierosa....ti vergogni e ti prenderesti a pugni o a manate o a testate...
Prima o poi te ne scorderai e passerai oltre ma quei momenti in cui gli sbagli ti tornano alla mente sono devastanti...perché non c'è niente che si possa fare per diminuire quel senso di inadeguatezza che segue il momento in cui si sbaglia...
lunedì 26 novembre 2012
..to the bottom..
Quand'è che ci si accorge di aver toccato il fondo?
Qualsiasi cosa si faccia arriva un momento in cui ci si rende conto di essere precipitati "dalle stelle alle stalle", o per dirlo in maniera più elegante e "internazionale", from the top to the bottom...
Ultimamente credo di aver raschiato il famoso fondo del proverbiale barile.
Continuo a pensare di voler/poter parlare con una persona che non ha assolutamente intenzione di farsi sentire, e arrivo a pensare di fare cose, prendere iniziative e decisioni che cancellerebbero in un attimo tutta la mia dignità.
La cosa assurda è concedere a qualcuno la possibilità di poterci togliere con un gesto, una parola, o con la loro totale mancanza, tutta la dignità di cui siamo dotati.
Chiaramente è una scelta personale quella di concedere ad una persona questo potere...però se ti fidi di qualcuno, o cominci a farlo, o comunque ti coinvolgi in qualunque modo che comprenda dei sentimenti, è difficile non mettersi in gioco, e non lasciare dei "nervi scoperti"...
Ma fa schifo quando gente di dubbia moralità (di cui però non conosci ancora la vera natura), con la quale ti apri, provi a fidarti, prima ti fa credere che ci sarà, che sarà presente per te, e poi sparisce, senza ma e senza se, senza motivi apparenti, senza vergogna..
Fa schifo rendersi conto, ancora e ancora, che le persone non si comporteranno mai con te nello stesso modo in cui ti comporteresti nei loro confronti se solo fossero al tuo posto.
Non dico che c'è un modo giusto o sbagliato di comportarsi; ognuno, soprattutto in casi in cui i rapporti sono piuttosto confusi, o meglio la loro natura, è libero di agire e reagire come meglio crede...ma c'è un limite a quello che una persona dovrebbe poter tollerare...
Quand'è che ci si accorge di aver toccato il fondo?
Qualsiasi cosa si faccia arriva un momento in cui ci si rende conto di essere precipitati "dalle stelle alle stalle", o per dirlo in maniera più elegante e "internazionale", from the top to the bottom...
Ultimamente credo di aver raschiato il famoso fondo del proverbiale barile.
Continuo a pensare di voler/poter parlare con una persona che non ha assolutamente intenzione di farsi sentire, e arrivo a pensare di fare cose, prendere iniziative e decisioni che cancellerebbero in un attimo tutta la mia dignità.
La cosa assurda è concedere a qualcuno la possibilità di poterci togliere con un gesto, una parola, o con la loro totale mancanza, tutta la dignità di cui siamo dotati.
Chiaramente è una scelta personale quella di concedere ad una persona questo potere...però se ti fidi di qualcuno, o cominci a farlo, o comunque ti coinvolgi in qualunque modo che comprenda dei sentimenti, è difficile non mettersi in gioco, e non lasciare dei "nervi scoperti"...
Ma fa schifo quando gente di dubbia moralità (di cui però non conosci ancora la vera natura), con la quale ti apri, provi a fidarti, prima ti fa credere che ci sarà, che sarà presente per te, e poi sparisce, senza ma e senza se, senza motivi apparenti, senza vergogna..
Fa schifo rendersi conto, ancora e ancora, che le persone non si comporteranno mai con te nello stesso modo in cui ti comporteresti nei loro confronti se solo fossero al tuo posto.
Non dico che c'è un modo giusto o sbagliato di comportarsi; ognuno, soprattutto in casi in cui i rapporti sono piuttosto confusi, o meglio la loro natura, è libero di agire e reagire come meglio crede...ma c'è un limite a quello che una persona dovrebbe poter tollerare...
Quand'è che ci si accorge di aver toccato il fondo?
mercoledì 21 novembre 2012
momento di ordinaria follia
Così di getto, senza pensarci, senza rimuginarci..senza chiedermi se sia giusto o sbagliato quello che penso, quello che provo...
Scrivo in preda ad una sorta di delirio consapevole, una rabbia razionale e guidata, anche se non precisamente mirata.
Scrivo contro tutte quelle persone che si sentono in diritto di elevarsi al gradino superiore agli altri dicendo la (odiata, da me) frase "io ci sarò sempre per te, sappilo"...
BENISSIMO!
analizziamo insieme questa orribile, falsa, ipocrita, senza senso proposizione, che così tanto illude e fa a pezzi il cuore e la mente di chi la ascolta..
IO: Io nella maggior parte dei casi vuol dire "la mia segreteria telefonica" o "la mia casella vocale", perché quella persona, una volta la riesci a contattare, magari anche a vedere, ma dopo svanirà, veloce come spariscono i panini al latte ripieni di prosciutto cotto ad una festa di bambini.
CI SARÒ SEMPRE: Qui la parte assurda è SEMPRE, ovviamente....SEMPRE è un periodo che nemmeno nelle storie d'amore più belle, pure e (reali?) dell'intero mondo animale, vegetale e minerale (sì, per me sempre comincia ad avere senso solo se associato a delle pietre .__.) esiste.
Sempre non esiste, ma non esiste nemmeno in una sua frazione più piccola...perché quel simpatico sempre diventa "ci sentiamo presto", poi "ci sentiamo in questi giorni" e poi un vago e frustrante "ci si becca / ci sentiamo / ci vediamo"...
PER TE: Questo ti illude più di qualsiasi altra cosa...perché, qualunque sia la natura del rapporto con la persona incriminata che pronuncia la frase, voi state pensando che effettivamente occupate un qualche posto speciale nella sua vita, o nel suo cuore, e che comunque lui/lei si preoccuperà di voi...SBAGLIATO!!! Si sta solo scaricando la coscienza, e quel "PER TE" non è altro che un rafforzativo del suo gigantesco ego, un modo con il quale in realtà sta affermando il suo potere su di noi...perché se lui/lei "PER ME" ci sarà, se io penso che lui/lei ci sia, mi aspetterò che si faccia sentire, che mi cerchi, anche dopo che lo avrò fatto io e lui/lei mi avrà ringambato con miliardi di scuse (che possono anche essere reali, per carità, ma sicuramente dopo due volte che "dai buca", poi se ci tieni, ti fai vivo tu).
SAPPILO: vabbè, SAPPILO è il fottuto rafforzativo, l'intercalare che alla stregua di "cazzo", "ovvio", "certo", completa una frase priva di qualsivoglia significato ma che è capace di mandarti in botta il cervello...
Scrivo in preda ad una sorta di delirio consapevole, una rabbia razionale e guidata, anche se non precisamente mirata.
Scrivo contro tutte quelle persone che si sentono in diritto di elevarsi al gradino superiore agli altri dicendo la (odiata, da me) frase "io ci sarò sempre per te, sappilo"...
BENISSIMO!
analizziamo insieme questa orribile, falsa, ipocrita, senza senso proposizione, che così tanto illude e fa a pezzi il cuore e la mente di chi la ascolta..
IO: Io nella maggior parte dei casi vuol dire "la mia segreteria telefonica" o "la mia casella vocale", perché quella persona, una volta la riesci a contattare, magari anche a vedere, ma dopo svanirà, veloce come spariscono i panini al latte ripieni di prosciutto cotto ad una festa di bambini.
CI SARÒ SEMPRE: Qui la parte assurda è SEMPRE, ovviamente....SEMPRE è un periodo che nemmeno nelle storie d'amore più belle, pure e (reali?) dell'intero mondo animale, vegetale e minerale (sì, per me sempre comincia ad avere senso solo se associato a delle pietre .__.) esiste.
Sempre non esiste, ma non esiste nemmeno in una sua frazione più piccola...perché quel simpatico sempre diventa "ci sentiamo presto", poi "ci sentiamo in questi giorni" e poi un vago e frustrante "ci si becca / ci sentiamo / ci vediamo"...
PER TE: Questo ti illude più di qualsiasi altra cosa...perché, qualunque sia la natura del rapporto con la persona incriminata che pronuncia la frase, voi state pensando che effettivamente occupate un qualche posto speciale nella sua vita, o nel suo cuore, e che comunque lui/lei si preoccuperà di voi...SBAGLIATO!!! Si sta solo scaricando la coscienza, e quel "PER TE" non è altro che un rafforzativo del suo gigantesco ego, un modo con il quale in realtà sta affermando il suo potere su di noi...perché se lui/lei "PER ME" ci sarà, se io penso che lui/lei ci sia, mi aspetterò che si faccia sentire, che mi cerchi, anche dopo che lo avrò fatto io e lui/lei mi avrà ringambato con miliardi di scuse (che possono anche essere reali, per carità, ma sicuramente dopo due volte che "dai buca", poi se ci tieni, ti fai vivo tu).
SAPPILO: vabbè, SAPPILO è il fottuto rafforzativo, l'intercalare che alla stregua di "cazzo", "ovvio", "certo", completa una frase priva di qualsivoglia significato ma che è capace di mandarti in botta il cervello...
martedì 13 novembre 2012
One sleepless night..
Talvolta gli ostacoli che la vita ci presenta sono più grandi di noi..
Chi ci crede, dice che Dio non pone sul nostro cammino niente di più di ciò che non possiamo affrontare..
C'è chi dice che il destino è quello che è e che non possiamo fare altro che lasciarci trascinare dal turbinio di azioni ed emozioni..
Le persone vanno e vengono, ci lasciano con cognizione di causa o senza motivi apparenti..
I cambiamenti ci colpiscono come un pugno in faccia o semplicemente passano e noi ci accorgiamo solo dei loro effetti e conseguenze..
In un momento di debolezza è facile farsi schiacciare da tutto quello che si sta vivendo.. è facile pensare di mollare, di lasciarsi andare...
Scappare.. gridare.. ferirsi.. farsi male.. persino togliersi la vita..
Come si può biasimare una persona che cerca in qualche modo di superare quello che gli si presenta nella vita? Se una persona non si sente in grado di affrontare uno, dieci, cento ostacoli che gli si presentano davanti, che diritto abbiamo di dirgli quale NON sia la scelta da prendere?
In questi ultimi 3 mesi direi me ne sono successe molte..troppe...apparentemente niente di così scandaloso e degno di nota..ma a 23 anni, così come a 16, o a 30, piccoli problemi assumono dimensioni gigantesche...sopratutto se si è inclini a farsi sopraffare dai problemi...
Bene, tutto quello che ho realizzato da quando sono in questa situazione è che non sono più io..ho perso "la mia moltezza" (tanto per citare "Alice in Wonderland" di Tim Burton)..ho perso il contatto con (in questo caso) la mia realtà, con quella che ero e che dovrei essere...
Chi ci crede, dice che Dio non pone sul nostro cammino niente di più di ciò che non possiamo affrontare..
C'è chi dice che il destino è quello che è e che non possiamo fare altro che lasciarci trascinare dal turbinio di azioni ed emozioni..
Le persone vanno e vengono, ci lasciano con cognizione di causa o senza motivi apparenti..
I cambiamenti ci colpiscono come un pugno in faccia o semplicemente passano e noi ci accorgiamo solo dei loro effetti e conseguenze..
In un momento di debolezza è facile farsi schiacciare da tutto quello che si sta vivendo.. è facile pensare di mollare, di lasciarsi andare...
Scappare.. gridare.. ferirsi.. farsi male.. persino togliersi la vita..
Come si può biasimare una persona che cerca in qualche modo di superare quello che gli si presenta nella vita? Se una persona non si sente in grado di affrontare uno, dieci, cento ostacoli che gli si presentano davanti, che diritto abbiamo di dirgli quale NON sia la scelta da prendere?
In questi ultimi 3 mesi direi me ne sono successe molte..troppe...apparentemente niente di così scandaloso e degno di nota..ma a 23 anni, così come a 16, o a 30, piccoli problemi assumono dimensioni gigantesche...sopratutto se si è inclini a farsi sopraffare dai problemi...
Bene, tutto quello che ho realizzato da quando sono in questa situazione è che non sono più io..ho perso "la mia moltezza" (tanto per citare "Alice in Wonderland" di Tim Burton)..ho perso il contatto con (in questo caso) la mia realtà, con quella che ero e che dovrei essere...
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