martedì 25 ottobre 2011

Che cos'è Shomyo?


Che cosa è Shōmyō:
Shōmyō (声明) è il nome giapponese del canto liturgico buddhista e la sua storia in Giappone risale al VI
secolo d.C., con l’introduzione ufficiale del Buddhismo. Il repertorio odierno, appannaggio dei monaci, si
può suddividere in bonsan (梵讃, testo in sanscrito), kansan (漢讃, in cinese) e wasan (和讃, in giapponese).
L’esecuzione, affidata a un solista, a un coro, o ad entrambi in forma responsoriale, è a volte accompagnata
dai cimbali hachi e il gong nyo, o dal “tamburo a fessura” mokugyo (木魚), dalla caratteristica forma
stilizzata di pesce.
Dal X secolo primi segnali di differenti tradizioni esecutive si manifestano a causa della separazione del
culto tra le due maggiori scuole, Tendai e Shingon, i cui padri, sistematizzatori del canto liturgico sono
considerati Ennin e Kanchō. Lo shōmyō continuò a svilupparsi fino al XIV secolo, quando iniziò la fase di
conservazione, perdurata di fatto fino ai giorni nostri. I manuali di canto liturgico sono imperniati sullo
hakase, uno specifico sistema di notazione usato dai monaci che non segue indicazioni ritmiche, né
visualizza le note di passaggio, presentandosi come una sorta di semiografia neumatica (piccole formule
melodiche applicate ad una sillaba).
È possibile capire cosa si intende per Shōmyō dalle parole di Kūkai (空海, 774-835), fondatore della scuola
buddhista giapponese Shingon:
«Quando tutte le cose che hanno una voce in questo mondo la fanno risuonare insieme, mantenendo
ciascuna le sue caratteristiche pur fondendosi in un unico suono, esso è quanto vi sia più vicino alla voce del
Buddha ».

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