Oggi ho voglia di proporre ai lettori occasionali del mio blog una serie di splendide leggende giapponesi ^^ spero apprezzerete!
***
Era primavera, e sulle sponde di Mio coperte di pini si udiva il canto degli uccelli. Il mare blu danzava e scintillava ai raggi del sole, e Hairuko, un pescatore, si mise a sedere per godere della scena. Appena si fu seduto, lo sguardo gli cadde su un bellissimo abito fatto di piume, bianco immacolato.
Mentre Hairuko stava per raccoglierlo, vide provenire dal mare una ragazza molto graziosa che gli chiese di restituirle l'abito. Hairuko guardò la ragazza con la più grande e manifesta ammirazione, ma disse:<<Ho trovato quest'abito e intendo tenerlo perché è una meraviglia da annoverare tra i tesori del Giappone. Non posso restituirtelo>>. <<Oh>>, cominciò a piangere la ragazza, <<non posso librarmi verso il cielo senza il mio abito di piume, e se continui a tenertelo non potrò mai far ritorno alla mia dimora celeste. Ti prego, buon pescatore, ti prego, restituiscimi l'abito>>. Il pescatore, che doveva essere un tipo duro di cuore, rifiutò di cedere. <<Più supplichi>>, disse, <<più resterò fermo nella mia decisione di tenermi ciò che ho trovato!>>. Allora la ragazza rispose: <<Ah, caro pescatore, non parlare così! Le mie ali mi sono state rubate e io tento, ma invano, di librarmi verso i pascoli blu del cielo, proprio come un uccello sventurato le cui ali si sono spezzate>>. Dopo altre argomentazioni come questa il cuore del pescatore s'intenerì un po'. <<Ti restituirò l'abito di piume>> disse, <<se prima ballerai per me>>. Allora la ragazza gli rispose: <<Eseguirò la danza che fa girare in tondo il Palazzo della Luna, così che anche un misero mortale come te possa apprenderne i misteri. Ma non posso danzare senza le mie piume>>. <<No>> disse l'uomo, <<se ti do l'abito volerai via senza aver danzato per me>>. Questa affermazione fece arrabbiare moltissimo la ragazza. <<Un mortale può mancare alla sua parola>>, disse, <<ma non c'è falsità nelle creature celesti!>>. Udito ciò il pescatore fu preso da una forte vergogna e senza altre obiezioni diede alla ragazza il suo vestito di piume. Appena la ragazza lo ebbe indossato iniziò a suonare uno strumento musicale e a danzare, e mentre danzava e suonava, cantava del poderoso Palazzo della Luna, dove regnano trenta sovrani, quindici vestiti di bianco quando c'è la luna piena e quindici vestiti di nero quando c'è la luna nuova. Mentre cantava e danzava, benediceva il Giappone, "affinché la terra possa donargli raccolti sempre più abbondanti". Il pescatore non poté deliziarsi a lungo di questa piacevole esibizione e della bravura della Signora della Luna, perché ben preso i suoi graziosi piedini smisero di muoversi sulla sabbia. Si sollevò in aria con le piume bianche del suo abito che brillavano verso i pini e poi verso il cielo. Salì sempre più in alto, continuando a cantare e suonare, oltrepassò le cime dei monti, ancora più su, finché il suo canto tacque, finché raggiunse il glorioso Palazzo della Luna.
Nessun commento:
Posta un commento